venerdì 29 ottobre 2010

La tua cucina con 3 elementi ALTAMENTE AFRODISIACI...





Ed eccoci alla fine della settimana….con la solita chicca….

Protagonista della ricettà è il finocchio.

E' un ortaggio appartenente alla famiglia delle ombrellifere: ha foglie bianche e assai carnose, a forma di bulbo (più tondo i maschi,i migliori da mangiare crudi,  più allungato le femmine) che si assottigliano a tubo nella parte superiore dove prendono uno spiccato colore verde.
Indice di qualità sono aspetto sodo e carnoso e di color bianco candido delle foglie.

Dal punto di Vista Storico le proprietà curative del Finocchio sono conosciute fin dai greci: una curiosità: la celebre battaglia di Maratona, la pianura dell’Egeo dove nel 490 a.c. i Greci sconfissero i Persiani, si svolse proprio in un “campo di finocchi” (è infatti il significato del nome “Maratona”).

Le virtù afrodisiache del Finocchio sono state celebrate anche da Plinio il quale sosteneva che oltre a stimolare l’appetito sessuale, favoriva anche negli uomini la produzione di sperma: anche il finocchio ha spiccate qualità afrodisiache, peraltro scientificamente provate.

Un’altra curiosità Infinocchiare…ossia ingannare, nel medioevo gli Osti, offrivano ai loro ospiti un gambo di finocchio per ingannarli nel caso in cui servivano loro un vino scadente.

Siccome tende ad ammaccarsi, il finocchio deve essere conservato in frigorifero ben separato.

Il finocchio ha una spiccata aromaticità e croccantezza e può essere consumato anche crudo.

La varietà selvatica è usata come erba aromatica (così come il fiore di finocchio).

La varietà di Tarquinia (in provincia di Viterbo),  è il finocchio che prediligo:  possiede ampie foglie e fiori gialli; presenta colore bianco /verde con profumo intenso e persistente tipicamente aniciato; il sapore è dolce e gustoso con consistenza soda e croccante.

Il finocchio va privato delle foglie esterne e delle parti terminali; lo si taglia in 4 parti e lo si lava con cura soprattutto al centro. Se cotto intero si deve incidere lo zoccolo con un taglio a croce che facilita la cottura.

Perdonatemi…..come al  solito mi sono dilungato troppo, ma  MI PIACE TROPPO  parlarvi delle materie prime….passiamo quindi alla ricetta.

VELLUTATA DI FINOCCHIO DI TARQUINIA CON POLPETTINE  DI CONIGLIO  AL PROFUMO DI TIMO, ZENZERO E ARANCIA

Cuciniamo insieme allora ….e fate bene attenzione che gli ingredienti questa volta ve  li indico in grassetto nella ricetta:

Con 1 sedano, 1 carota grande, 1 cipolla prepariamo una brunuoise, ossia dei piccoli dadini, che poi stufiamo delicatamente a fuoco dolce con 60 gr di burro. Aggiungiamo poi 1 Kg di finocchio, (preferibilmente di Tarquinia) lavato e tagliato grossolanamente con lo zoccolo spaccato per facilitare la cottura, (preferibilmente usiamo il maschio, ossia quello tondo), facendo stufare il tutto per qualche minuto. Aggiungiamo poi del brodo vegetale caldo…..

Consiglio per un buon brodo: Il brodo  deve sobollire piano; ingrediente importante è la cipolla che deve essere spaccata in senso equatoriale, puntellata con dei chiodi di garofano e brasata con dell’olio a fuoco dolce; gli zuccheri rilasciati dalla cipolla vanno poi raccolti  con abbondante acqua fredda, e messi nel brodo.

Le altre verdure (sedano, carote, zucchine, cipolla rossa, ecc) devono essere tagliate in grandi pezzi e la carota anziché pelata deve essere grattata (dà più sapore); inoltre si possono aggiungere dei gambi di prezzemolo e mezzo pomodoro.

Lasciamo cuocere per bene, aggiungendo anche una patata, che in questa ricetta funge da elemento legante ed un  piccolo pezzo di cotica di prosciutto, che poi toglieremo.

A cottura ultimata, frulliamo il tutto, passiamo al colino, aggiustando la densità della vellutata così ottenuta profumando con un cucchaino di Pernod o Sambuca (questo in modo che si richiami il sapore leggermente e gradevolmente “aniciato” della vellutata).

Nota: rispetto alla vellutata tradizionale, questa è una ricetta più leggera grazie alla presenza della patata come elemento legante (al posto della tradizionale crema di latte) ed alla totale assenza delle uova: è un piatto adatto quindi ad ogni stagione.

Polpettine di Coniglio:
Prendiamo circa 1 Kg di polpa di  coniglio e la maciniamo finemente; aggiungiamo  del guanciale magro (circa 100 gr) macinando il tutto nuovamente in modo accurato; aggiungiamo 10 gr di succo d’arancia e un cucchiaino di scorza di arancia,  una bella grattugiata di  zenzero (ad occhio ma senza esagerare) e  mescoliamo accuratamente il tutto, aggiungendo poi due tuorli d’uovo (o un’uovo intero) e 2 fette di pane in cassetta bagnato nel latte e strizzato.

Facciamo poi il pane aromatico, aggiungendo al pane grattato (o in alternativa al pane in cassetta passato al mixer) prezzemolo, aglio spremuto e timo.

Formiamo le polpettine, le passiamo nell’uovo e nel pane aromatico, friggendole poi in olio di arachidi a 170° C circa (temperatura calda).

La particolarità delle polpettine è data dal fatto che lo zenzero, accoppiato all’aglio, messo nel pane aromatico,  esalta tutte le preparazioni in cui vi è presenza di arancia.

In una fondina mettiamo la vellutata, e all’interno le polpettine appena fritte (caratteristica di questa preparazione è l’accoppiamento del “morbido” della vellutata con  il “croccante” delle polpettine): decoriamo con della scorza d’arancia e serviamo caldo….Buon appetito…e buona seduzione.

Se vi occorre un consiglio o se vogliamo provare insieme qualche ricetta….non esitate a contattarmi. Potete farlo QUI...

Voglio ricordarvi  un appuntamento importante  in cui TUPuoi essere Protagonista insieme a me:   “ Week-end  da Gourmet in Tuscia”, 27-28 novembre.

Vi invito a leggere 
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Per chi si iscrive entro il 5 novembre è prevista UN’ AGEVOLAZIONE!

Al prossimo aggiornamento…

Buon Week-End!

Fabio



mercoledì 27 ottobre 2010

La tua cucina con 3 elementi ALTAMENTE AFRODISIACI...


Buon giorno a tutti…..Vi sono piaciuti gli spaghetti?

Oggi parliamo di una spezia particolarmente “afrodisiaca”…..lo zenzero….. con la quale faremo un dolce molto particolare…..



Prima di ciò, voglio segnalare  un appuntamento importante  a cui TUPuoi essere Protagonista insieme a me:  “ Week-end  da Gourmet in Tuscia”, 27-28 novembre.
Ti invito a leggere QUI i dettagli e a prenotare ADESSO perché è a “numero chiuso”.

Detto questo, iniziamo…siete pronti??!!

Lo zenzero una è pianta erbacea perenne, originaria dell’Asia Tropiacale.
Dal rizoma (la sua radice) si ricava una spezia fortemente aromatica e piccante, dal sapore molto forte, pungente e aspro.
Dal punto di vista storico, lo zenzero era apprezzato da Confucio per le sue capacità di schiarire la  mente; era inoltre apprezzato dai Greci e dai Romani, che pur di mangiarlo accettavano anche di pagare forti tasse. Gli Arabi attribuivano invece allo zenzero particolari capacità afrodisiache:  in aggiunta al miele rinvigoriva le prestazioni sessuali.
In epoca più recente il Poeta Maledetto Francois Villon nel suo “Testamento” afferma che lo zenzero ha la capacità di “far congiungere gli organi genitali dei due sessi”.
Lo zenzero nella cultura cinese è ottimo  anche per rafforzare l'energia maschile del fuoco e della vitalità, infatti in Cina è considerato un efficace tonico Yang.

Recentemente allo zenzero è stato dato anche il soprannome di “Viagra dei poveri” proprio per esaltare queste sue proprietà: senza dubbio quindi lo zenzero è la spezia afrodisiaca per eccellenza.
Nella mia cucina lo zenzero è un ingrediente fondamentale, come potrete vedere anche nel prossimo aggiornamento.

Detto questo passiamo ora alla nostra ricetta, un dolce particolare esaltato dalla presenza di questa spezie che lo rende veramente seducente.

CIALDE AL MIELE , MOUSSE  DI RICOTTA DELLA TUSCIA,  SALSA SI ANANAS ALLO ZENZERO.

INGREDIENTI PER 4/6 persone:

PER LA MOUSSE:

CREMA DI LATTE: 200 gr
RICOTTA di pecora:  200 gr
ALBUME D’UOVO: 120 gr
ZUCCHERO: 80 gr
BACCELLO DI VANIGLIA: 1
COLLA DI PESCE: 6/8 gr

Portiamo a lenta ebollizione la panna col baccello di vaniglia (accuratamente sgranato). Lasciamo raffreddare appena  e aggiungiamo la ricotta, amalgamando dal basso verso l’alto.

Montiamo poi gli albumi con una frusta e dopo circa 4 minuti aggiungiamo lo zucchero: lo zucchero aiuta l’albume ad essere più stabile.

Uniamo poi  i due composti (albumi e ricotta), amalgamandoli dal basso verso l’alto.

Nel frattempo scaldiamo un poco di latte, nel quale faremo sciogliere gli 8 gr di colla di pesce che avremo ammollato in acqua freddissima.

Uniamo ai due composti e continuiamo ad amalgamare, fino a completo amalgama.  

PER LA SALSA:
60 gr di acqua
30 gr di zucchero
½ baccello di vaniglia
200 gr di polpa di ananas fresca
1 “noce” di zenzero fresco

Tagliamo  l’ananas a cubetti;
prepariamo  poi uno sciroppo scaldando l’acqua con zucchero e vaniglia.

Quando lo zucchero è sciolto completamente uniamo, fuori dal fuoco, l’ananas ed il succo di zenzero (ottenuto schiacciando il rizoma con uno spremiaglio), mescolando e lasciando il tutto in infusione.
A preparazione avvenuta,  frulliamo la salsa che deve avere una giusta densità.

PER LE CIALDE AL MIELE
BURRO MORBIDO  170 gr
ZUCCHERO A VELO 250 gr
MIELE MILLEFIORI 125 gr
FARINA (o fecola di patate): 125 gr.

Amalgamiamo tutti gli ingredienti, ottenendo un composto omogeneo. Il burro deve avere la consistenza di una crema per il corpo: per questo lo dobbiamo tenere fuori dal frigo per almeno un’ora.

Mettiamo il composto ottenuto in surgelatore a raffreddare.

Per la cottura delle cialde formiamo delle palline che cuoceremo al microonde per 30/40 secondi circa (a potenza massima), il tempo dipende dalla potenza del forno microonde.

Sformiamo  la salsa di ananas al centro del piatto, formiamo poi delle “quenelle” con un cucchiaio, alternandole alle cialde al miele, che dovranno essere posizionate sulla ricotta, schiacciandola leggermente: decoriamo infine con zucchero a velo!

Al prossimo aggiornamento!

Fabio

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domenica 24 ottobre 2010

La tua cucina con 3 elementi ALTAMENTE AFRODISIACI...


Ciao a tutti, ed un caloroso ringraziamento a coloro che, sia sul blog che su Facebook mi seguono in modo costante.

Questa settimana voglio parlarvi di tre elementi fondamentali della mia cucina, elementi altamente afrodisiaci, che sono alla base di gran parte dei miei piatti.

Faccio una premessa: la mia cucina, alla ricerca costante di nuovi sapori ed accostamenti è sempre caratterizzata da un uso importante di erbe aromatiche  e spezie: scopro l’acqua calda dicendo che erbe aromatiche e  spezie rivestono un ruolo importante, soprattutto quando si vuole diminuire l’uso di ingredienti  come il sale  (il sale aromatico che sono riuscito a creare con la combinazione di erbe e spezie è una vera chicca….. ma  questo sarà oggetto di approfondimenti in  una prossima serie di incontri sull’argomento Cucina e Salute che vi invito a seguire).

Passiamo allora alle nostre tre protagoniste della nostra settimana…..siete pronti?
Allora Z.A.F……
ZenzeroAglio…..e Finocchio.

Parliamo oggi dell’aglio.
L’aglio è un erba aromatica  a bulbo appartenente alla famiglia delle liliacee (stessa di cipolla e scalogno), formata da tanti spicchi dal sapore forte che si attenuano solo dopo lunga cottura.

Dal punto di vista storico fin dall’antico Egitto sono note le sue proprietà terapeutiche, basti pensare che  i Faraoni lo facevano mangiare a coloro che costruivano le  Piramidi per preservarli da malattie e infezioni intestinali, ma anche per dare loro maggiore resistenza fisica.

Alessandro Magno dedicò addirittura la pianta agli dei della guerra, ritenendo che i soldati sarebbero diventati più valorosi quando l’avessero assunta.
L’aglio è inoltre un Afrodisiaco molto attivo nella tradizione popolare, anche dei Romani per i quali era la pianta sacra a Cerere, Dea della Fertilità, e  ne mangiavano grandi quantità durante i banchetti.
In cucina l’aglio usato fresco dà risultati migliori; se imbiondito in olio deve essere cotto a calore moderato: rischia di bruciarsi facilmente.
Posso consigliare l’utilizzo della varietà di Proceno, un piccolo paese dell’Alta Tuscia Viterbese. L’aglio rosso di Proceno è un aglio di spiccata personalità, che viene coltivato in terreni collinari caratterizzati da climi miti di tipo temperato-sublitoraneo; ha sapore forte, profumo intenso e persistente e soprattutto vanta buona digeribilità ed alta attitudine alla conservazione.

Dopo questa premessa una ricetta semplice ma da eseguire con ingredienti ricercati e soprattutto con una tecnica di cottura particolare,  per ottenere un risultato veramente “seducente”.

Spaghetti di Gragnano con aglio, olio, pecorino  (e peperoncino)

Per 4 Persone
500 gr di spaghetti (io utilizzo sempre la varietà di Gragano, o altra varietà artigianale).
Olio Extra Vergine di Oliva:  consiglio un olio a base di “cultivar” muraiolo, in quanto con la sua piccantezza leggera, gratta il “gozzo” di chi mangia esaltando il gusto di un piatto semplice come quello preparato. In alternativa vi consiglio un’olio a base di cultivar “carboncella” tipica della Sabina Laziale (Provincia di Rieti), sempre per lo stesso motivo.
Aglio: consiglio sempre aglio rosso (meglio se di Proceno).
Pecorino: 80/100 gr circa di Pecorino Falisco stagionato (un formaggio prodotto dal mio amico, Gianni, titolare di un Caseificio Artigianale nella Bassa Tuscia), in alternativa potrete usare Pecorino Romano.

Peperoncino: in questa ricetta il peperoncino va usato a crudo a guarnizione del piatto, ma  questo dipende dal gusto dei commensali e dal grado di seduzione che si vuole ottenere.

Procedimento di cottura: Ora miei cari fate bene attenzione, questa tecnica porta ad un ottimo risultato:

Innanzitutto togliamo l’anima all’aglio e  lo tagliamo in fettine sottilissime: fatto questo lo soffriggiamo  a bassa temperatura per mantenerlo biondo e croccante: appena pronto lo togliamo tenendolo da parte.

Cuociamo poi gli spaghetti che, normalmente, hanno dai 10 ai 12 minuti di cottura: arrivati a circa metà cottura tuttavia,  togliamo gli spaghetti dall’acqua li mettiamo nella padella con l’olio dove abbiamo soffritto l’aglio.

Nota:
Questa Tecnica di cottura l’ho provata personalmente con  Angelo Troiani durante il corso al  Gambero Rosso:  in generale quando facciamo una pasta in bianco abbiamo bisogno di più amido per dare alla salsa maggiore durata: quindi per ottenere questo risultato dobbiamo togliere la pasta dalla pentola di cottura qualche minuto prima, affinché ci sia maggiore fuoriuscita di amido che permetta alla salsa di durare dall’inizio alla fine e che non faccia incollare la pasta: l’amido rende infatti la pasta mangiabile anche da fredda, creando la cremina omogenea e duratura che non la fa incollare e non la fa attaccare.

Continuiamo così la cottura degli spaghetti, aiutandoci con l’acqua di cottura: possiamo procedere in due modi: o spadelliamo gli spaghetti o li giriamo nella padella con una forchetta con la tecnica del  mulinello: così facendo si termina la cottura e si forma la crema omogenea.

Quando la pasta è cotta la mantichiamo a freddo ossia fuori dal fuoco, aggiungendo pecorino e un po’ di acqua fredda……mi raccomando la mantecatura a freddo: solo così il pecorino non coagula e forma con l’amido della pasta una crema omogenea perfetta!.

Siamo pronti per impiattare i nostri spaghetti: li guarniamo con le fettine di aglio imbiondite e messe da parte e (se vi piace) con del peperoncino a fettine tagliato fresco.

Decoriamo il bordo del piatto con del prezzemolo tritato.

Dimenticavo  hai letto del Week-end Gourmet in Tuscia del 27-28 novembre? NO?? Allora  LEGGI QUI subito e PRENOTA il tuo posto. E’ a numero chiuso!

Al prossimo aggiornamento……a base di ZENZERO.

Fabio

venerdì 22 ottobre 2010

La tua cucina come arte per sedurre: tiramisù alla banana con mousse di...


Eccoci giunti a venerdi, ovvero al giorno che molti adorano perché inizia il week-end.  

Proprio per questo, per intensificare il “piacere” del weekend che si apre, vi lancio la solita “chicca” del Venerdì.

 Il nome di questa ricetta credo che faccia gia’ venire l’ acquolina in bocca.

Gia’ solo al pensiero…


E allora siete pronti??!!! Viaaaaaaa…..




Tiramisù alla banana con mousse di cioccolato spumosa

Partiamo dalla mousse:

400 gr di cioccolato
200 gr di panna
250 gr albumi
3 tuorli
80 gr zucchero

Con queste dosi si ottengono circa 8 bicchieri di mousse.

E’ un’ottimo dessert soprattutto per gli amanti del cioccolato fondente.

Per coloro che amano il cioccolato il mio consiglio è un cioccolato con una percentuale di cacao pari almeno al 70%.

In alternativa di può utilizzare un cioccolato al 55-60%.

Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con la panna;

Montare gli albumi per 4 minuti poi aggiungere lo zucchero e continuare a montare: lo zucchero pur rallentando la montatura dell’albume ne aumenta la stabilità.

Quando il cioccolato è sciolto aggiungere uno alla  volta i tuorli e mescolare velocemente con la frusta: il composto ottenuto diventa così lucido.

Unire i due composti (albumi montati e cioccolato) fino a completo amalgama (mescolando sempre dall’alto verso il basso).

Ottenuta la mousse la si versa in bicchieri trasparenti.

Passiamo ora al tiramisù: non si tratta di un vero e proprio tiramisù…il nome deriva dalla presenza della crema al mascarpone.

In un recipiente montiamo con 100 gr di zucchero, 150 gr di mascarpone e 250 gr di panna. Frulliamo poi 3 banane aiutandoci con un poco di latte. Aggiungiamo il frullato di banane alla crema di mascarpone e mettiamo nel tutto circa 10 gr di colla di pesce ammollata in acqua molto fredda e sciolta in un poco di latte caldo.

Versiamo il composto ottenuto nei bicchieri dove abbiamo messo la mousse e poniamo in frigorifero: prima di servire decoriamo con delle fette di banana tagliate al momento, spolverando di cacao.

E adesso e arrivato il momento di gustarla…

Colgo l’occasione per lanciarvi un’anteprima(se lo sanno mi ammazzano…) che lunedi sara’ lanciato un evento su cui stiamo lavorando, e di cui VOI siete i PROTAGONISTI insieme al vostro/a compagno/a. Vi dico solo la data: 27-28 novembre. Lunedi saprete il resto...

Alla prossima settimana….

Fabio

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mercoledì 20 ottobre 2010

La tua cucina come arte per sedurre: il cioccolato!










Eccoci, per il consueto aggiornamento in merito al tema “Seduzione & Cioccolato”.

Dopo la ricetta “importante “ di Lunedì oggi vi voglio “sedurre” con un dolce molto particolare.

Flan (fondente) al cioccolato, con salsa al peperoncino:

250 gr di cioccolato (min. 66%)
125 gr di zucchero;
62 gr di farina
4 tuorli
4 uova intere

Montiamo i tuorli e le uova con lo zucchero poi  aggiungere la farina;
Un consiglio: rompiamo sempre le uova prima di aggiungere lo zucchero: evitiamo così il formarsi di puntini rossi

Facciamo sciogliere separatamente burro e cioccolato poi unirli amalgamandoli
Aggiungiamo il tutto alle uova montate ed amalgamare dal basso verso l’alto.

Il composto così ottenuto va versato in stampini monodose imburrati e infarinati. La cottura è di 8 minuti col forno a 180°C. a cottura ultimata il cuore del flan deve rimanere fondente.

La particolarità del fondente è il cuore liquido che, ancora caldo, avvolge il vostro palato sposandosi con la salsa in un’estasi seducente.

Accompagnate il flan con  del gelato alla vaniglia morbido,  cui avrete aggiunto  polvere di peperoncino.

Alla vostra seduzione,

Fabio
Personal Chef  W&T

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lunedì 18 ottobre 2010

La tua cucina come arte per sedurre: il cioccolato!

SEDURRE CON IL CIOCCOLATO

Ciao e ben trovati!

Prima di cominciare con le nostre considerazioni quotidiane, volevo soffermarmi sul perché nel blog abbiamo iniziato a parlare di cucina e seduzione.

Leggo sempre più spesso che recentemente alcuni psicologi hanno scoperto l’importanza del cucinare insieme, anche  “per risolvere” i problemi di coppia.

Sul Web abbondano consigli di come riuscire a rinsaldare un rapporto o a sedurre una persona cucinando insieme a lei.

Dal mio punto di vista è come se avessero scoperto l’acqua calda.

Da sempre la cucina è stata, almeno a mio modo di vedere, affiancata anche alla possibilità di consolidare o rafforzare unioni.

In cucina mentre si lavora si cerca di raggiungere un obiettivo comune, c’è affiatamento anche nel momento di massimo caos (quando in gergo si rischia di andare “in merda”): la cucina è un’ottima palestra per costruire dei solidi rapporti personali.

Tutti i cuochi o gli Chef con i quali ho avuto il piacere di collaborare sono rimasti miei amici, soprattutto quelli con i quali a prima vista ci possono essere dei contrasti sul “modus operandi”.

Sotto questo punto di vista cucinare insieme al proprio partner è sicuramente un modo per creare affiatamento o cercare comunque di rinsaldare un rapporto.

Se poi si cucinano cibi afrodisiaci (come i crostacei che abbiamo trattato la scorsa settimana) sicuramente la possibilità di trascorrere una bella serata aumenta: nella considerazione che la cucina, dalla preparazione della materia prima al piatto pronto, è un ingrediente fondamentale per la cura del desiderio.

Un consiglio personale è quello di iniziare  cucinare per voi due, insieme.

Se siete single e volete stupire e sedurre la vostra partner proponete un pomeriggio di cucina preludio ad una  serata durante la quale mangerete ciò che avete cucinato insieme.

Da parte mia sono  sempre a vostra  disposizione (sia al vostro domicilio , sia presso la sede della mia associazione) per insegnarvi a cucinare in due in modo sapiente ed eccellente, utilizzando ingredienti afrodisiaci che riescano a dare un tocco migliore alla vostra serata.

In questa serie di articoli quindi, come quelli pubblicati nella settimana precedente,  se avrete la pazienza di seguirmi, vi fornirò degli spunti e delle ricette per un menù “afrodisiaco” che potrà aiutarvi a trascorrere una bella serata con il/la vostra partner prendendola per la gola.

Iniziamo ora a parlare di un altro ingrediente fondamentale in cucina, per le sue qualità afrodisiache: Il cioccolato: l’oro nero per eccellenza!!
E’ sicuramente uno degli ingredienti di seduzione storicamente riconosciuti.  Scientificamente sono note le qualità “antidepressive” del cioccolato e regolatrici dell’umore femminile durante il periodo premestruale.

Il cioccolato fondente rappresenta un ingrediente fondamentale per una “dolce” serata:  un dolce al cioccolato realizzato dalla coppia, insieme, passo dopo passo, è la fine di una cena con i fiocchi ed al tempo stesso l’inizio di un intrigante dopocena.

E se nella preparazione la coppia ha riversato il proprio amore i risultati possono sicuramente essere garantiti. Morbido, Dolce, Allusivo, il cioccolato rappresenta sicuramente uno dei simboli della trasgressione alimentare: in tre parole cibo degli Dei.

Apprezzato soprattutto dalle donne il cioccolato è stimolante, seducente, energizzante: grazie al cioccolato il nostro corpo acquisisce teobromina sostanza stimolante e alcuni composti liberati dall’organismo  nelle fasi dell’innamoramento.

Il cioccolato è un ingrediente che migliora la vita romantica (non solo amore e sesso) di una coppia e rinunciare al dolce in generale,  ed al  cioccolato in particolare può anche portare ad un calo del desiderio.

Il cioccolato è come un unguento per le pene d’amore: famosa la scena cinematografica del film “Bianca” dove Nanni Moretti si rifugia in un barattolo di Nutella per guarire le sue ferite amorose.

Giacomo Casanova, grande seduttore e grande appassionato di cioccolata, era solito sedurre le donne con i piaceri della buona tavola ed in particolare con la cioccolata: “supremo elisir d’amore” lo definiva e neppure il migliore degli Champagne stava alla pari con le sensazioni inebrianti della cioccolata: aveva il potere di disinibire le proprie amanti e regalava istanti paradisiaci, prima e dopo le fatiche d’amore.

Le virtù afrodisiache del cioccolato erano note anche all’imperatore Montezuma, a  Carlo Goldoni e  a  Gabriele D’Annunzio, che prima di incontrare una donna si saziava con cioccolato fondente.

Il cioccolato è quindi un’ ingrediente fondamentale per la creazione di un connubio tra cucina e seduzione.

Ma, come sempre, abbiamo parlato troppo: mettiamoci all’opera.

Il menù che realizzeremo in questa settimana non è un vero e proprio menù completo: i piatti che vi propongo vanno infatti degustati separatamente, e non in un’unica cena, altrimenti si rischia di “appesantire” una serata organizzata con ben altro fine……

Prima ricetta  
Tagliolini (o pappardelle) al cacao con ragout di cinghiale.

E’ una ricetta tipicamente invernale, nella quale la particolarità della pasta esalta il condimento a base di cinghiale.

Ingredienti per la pasta all’uovo: (per 4 persone):
200 gr di farina 00
200 gr di semola di grano duro
8 tuorli
2 uova intere
50 gr di polvere di cacao.
Olio extra vergine di oliva.

Iniziamo impastando tutti gli ingredienti e otteniamo una palla che, coperta con la pellicola, lasciamo riposare in frigo per 30 minuti circa.

Commento:
la particolarità di questa pasta è  il “dente”  ossia la tenuta di cottura, data dalla presenza dei tuorli e della semola di grano duro.

Stendiamo poi  la palla aiutandoci con la macchinetta: l’impasto infatti, particolarmente “duro” difficilmente può essere steso a mano, e  formando delle sfoglie (larghe 2 mm circa), che metteremo ad asciugare per qualche minuto  e che poi taglieremo a nostro piacimento (a mano o anche aiutandoci con l’apposita tagliapasta)  a seconda se vogliamo delle pappardelle o dei tagliolini.

Preparata la pasta passiamo al condimento.

La sera prima mettiamo a macerare in una marinata (fatta con 1 lt  di vino rosso, 1 costa di sedano, 1 carota carota,  1 cipolla, alloro, rosmarino, salvia, pepe nero in grani  e ginepro) circa 500 gr di polpa di cinghiale.

La polpa così marinata va tagliata a coltello (o macinata) e tenuta da parte.

Facciamo poi una brunuoise di sedano, carota e cipolla (tagliando una costa di sedano, una cipolla e una carota grande in piccoli dadini); con questa brunuoise facciamo un soffritto con olio extra vergine di oliva: lasciamo soffriggere per 3 minuti circa a fuoco basso, e mettiamo a cuocere la polpa di cinghiale macinata, alzando la fiamma e sgranandola accuratamente. Facciamo rosolare la polpa e poi sfumiamo con 1 bicchiere di vino rosso.

Quando il vino è evaporato, aggiungiamo 400 gr di polpa di pomodoro e lasciamo cuocere mettendo anche 1 mazzetto aromatico (alloro, salvia e rosmarino), e tre bacche di ginepro.

La cottura in questo modo può proseguire per circa 30 minuti ed il ragù e pronto: a fine cottura aggiustiamo di sale e pepe.

Consiglio:
per aggiustare di sale attendete sempre la fine della cottura.

Cuociamo la pasta, la scoliamo un minuto prima della sua cottura definitiva, e la mantechiamo in padella con il ragù.

Impiattiamo i nostri tagliolini (o pappardelle) in un piatto bianco, decorando con scaglie di cioccolato fondente.

E per oggi vi lascio  gustare la ricetta sperando di aver fornito un mio contributo alla vostra gola e alle vostre emozioni.

Al prossimo aggiornamento e Buona seduzione!
Fabio
Personal Chef W&T


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venerdì 15 ottobre 2010

La tua cucina come arte per sedurre: il Dolce!

Eccomi a voi con la parte conclusiva.
E infatti una cena a base di crostacei non può che finire con una mia “chicca”:

Un dolce nato da “errore” di pasticceria, che ha dato un risultato straordinariamente sublime Spuma di crema inglese al mascarpone, con cialde al cacao.

Crema inglese: 500 gr di latte o di panna; 4 o 5 tuorli (dipende dalla grandezza); 250 gr di zucchero

Aromi: stecca di vaniglia

Portiamo  il latte (o la panna) ad ebollizione con la stecca di vaniglia. Nel frattempo “battiamo i tuorli con la frusta, aggiungendo poi lo zucchero e continuando a montare fino a far diventare i composto biancastro.

Stemperiamo il composto  col latte caldo tolto dal fuoco.

Rimettiamo sul fuoco  il tutto mescolando fino a formazione della crema: se si ha un termometro la crema inglese va tolta al raggiungimento degli 82°C; altrimenti  va tolta quando la crema messa sul cucchiaio “nappa”: se ci passiamo col dito forma una riga ben definita.

La crema inglese necessaria per la “chicca” è a base di panna:

Lasciamo riposare la crema inglese in frigo per un giorno. Quindi la montiamo con 200 gr di mascarpone: OTTENIAMO UNA CREMA SOFFICE E GUSTOSA CHE VA CONSUMATA SUBITO, mettendola in bicchieri e decorandola con delle cialdine croccanti al cacao.

Ricetta delle cialdine al cacao: Per ottenere delle cialde gustose, montiamo in una ciotola 140 gr di burro morbido, con 80 gr di  zucchero. Aggiungiamo poi 80 gr di albumi e 120 gr di farina, infine 50 gr di cacao in polvere: otteniamo così un composto che cuoceremo in forno a 200 gr.
Per la cottura useremo una placca bassa ricoperta con della carta da forno sulla quale stenderemo dei dischetti regolari del composto ottenuto dello spessore di 2/3 mm.
La cottura è a vista, bastano 1 o due minuti, dipende dalla potenza del vostro forno.

Miei cari, se volete poi avere dei consigli  sulla preparazione delle ricette che vi ho dato, possiamo anche eseguirle insieme direttamente a casa vostra: Vi aspetto!!!

Buon Week-end!

Fabio.

Ps. Se ti occorre qualche idea e suggerimento, scrivi pure Qui...  Sarò felice di poterti dare un buon suggerimento. Se vuoi, mi trovi anche su Facebook .

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mercoledì 13 ottobre 2010

La tua cucina come arte per sedurre...

Ciao a tutti e ben trovati a questo nuovo aggiornamento.
Desidero ringraziare quanti mi hanno scritto e manifestato il vivo apprezzamento per i contenuti di questo blog e forse anche per l’ argomento trattato: “Cucina&Seduzione”.
Grazie mille di cuore a tutti!
E allora come promesso, continuiamo con la seconda ricetta di questa settimana per ciò che concerne “La tua cucina come arte per sedurre…”.
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Risotto con mazzancolle e zucchine romanesche allo zafferano.
Il risotto è un piatto adatto per ogni occasione e per ogni stagione: gli ingredienti particolarmente leggeri lo rendono gustoso e “seducente” soprattutto in estate.
Oggi cucino insieme a voi…
Per 4 persone
320 gr di riso superfino carnaroli
6 zucchine romanesche (quelle costolute)
1 Kg di mazzancolle
Sedano, Carote e  2 Cipolle

1 bicchiere di prosecco nel quale avremo sciolto una bustina di zafferano.

Per preparare un buon risotto prepariamo innanzitutto un bel fumetto di mazzancolle procedendo in questo modo: puliamo le mazzancolle mettendo da parte la corazza e le teste (le teste le dobbiamo pulire anche  dagli occhi). Soffriggiamo poi sedano, carota e cipolla tagliati grossolanamente.

Consiglio:
in un fumetto di pesce non bisogna esagerare con la carota, elemento aromatico di elevata dolcezza: deve esser messo in quantità minore rispetto a sedano e cipolla.
Con l’olio caldo e il soffritto che procede tostiamo accuratamente sia le teste che le corazze, facendo rosolare bene il tutto. Aggiungiamo poi acqua fredda e ghiaccio (lo shock termico caldo/freddo aiuta la buona riuscita del fumetto) e procediamo lentamente la cottura: ad ebollizione raggiunta il tutto deve bollire per altri 20 minuti.
Ricordate sempre che un buon fumetto è la base per un buon risotto.
Tagliamo a rondelle le zucchine romanesche e le ripassiamo velocemente in  padella con aglio olio e menta, mettendole poi da parte.
Passiamo ora al riso:
Nel risotto fondamentale è la tostatura: la tostatura del riso  è alla base della risottatura, tecnica di cottura per assorbimento di liquidi, senza copertura alcuna.
Perché si tosta il riso? Affinché durante la cottura il chicco di riso non si spezzi. La tostatura caramellizza l’amido esterno che forma una corazza che protegge il chicco.
Prepariamo una brunuoise di cipolla bianca (tagliando a dadini molto piccoli la cipolla) e la soffriggiamo nell’olio extra vergine di oliva. Con l’olio caldo si butta il riso tostandolo a fiamma alta.
Appena si vede l’anima del chicco sfumiamo il tutto con il prosecco, nel quale abbiamo sciolto lo zafferano: giriamo il riso e facciamo sfumare tutto il vino, abbassando la fiamma del gas: aggiungiamo poi il brodo, iniziando la cottura vera e propria del risotto, che necessita di almeno 15 minuti.
Il risotto va girato continuamente, aggiungendo il brodo, man mano che si cuoce.
A tre quarti di cottura aggiungiamo le zucchine, continuando la cottura.
Trascorso il tempo di cottura, procediamo alla mantecatura.
Consiglio: le mazzancolle vi consiglio di metterle nel riso da crude nella fase di mantecatura: soltanto così riescono a mantenere tutta la loro fragranza e morbidezza, cuocendosi al punto giusto.
Consiglio/Chicca: Prima di servire il risotto, a mantecatura effettuata, coprire la pentola col riso con un foglio di alluminio per 40 secondi / 1 minuto circa.

Servire poi su fondine decorando con piccole foglioline di menta (in alternativa, prezzemolo tritato).

Fatto!

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Alla prossima!


Fabio.

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